lunedì 3 ottobre 2011

In principio ...

Commentando sul Corriere della Sera del 30 settembre il recente saggio del matematico ed astrofisico Roger Penrose ”Dal Big Bang all'eternità” (Ed. Rizzoli), Giovanni Caprara illustra sinteticamente la teoria che vi è riportata, la quale cerca di dare la risposta al quesito concernente cosa vi fosse prima del Big Bang che, 13,7 miliardi di anni fa, avrebbe dato origine all'universo e quindi a cosa fosse dovuto questo primigenio evento che ancora manda a noi il suo residuo rumore di fondo. Secondo Penrose, si può ritenere probabile che l'universo nel quale siamo ora immersi faccia seguito ad un altro precedente universo, trasformatosi nell'attuale a seguito del Big Bang di 13,7 miliardi di anni fa (il termine Big Bang, ricorda Caprara, è stato introdotto dall'astrofisico, ma anche scrittore di romanzi di fantascienza, Fred Hoyle). Cioè, come dice Caprara: “Penrose ci spiega che l' universo è sempre esistito e sempre esisterà. Che l' universo nel quale noi viviamo è solo uno degli infiniti universi che in sequenza si succedono, uno dopo l' altro, per l' eternità. Ognuno di essi rappresenta solo un periodo di tempo, un «eone»: si origina da un Big Bang, si diffonde fino a dissolversi includendo i buchi neri grazie alla teoria di Hawking, ma creando nel contempo le condizioni per la successiva rinascita, il nuovo Big Bang”.
Converrebbe leggere il libro di Penrose, anche se questa è forse un'impresa ardua per noi profani dell'astrofisica, che ben poco ci capiremmo. Tuttavia il commento di Caprara offre una sintesi che pare abbastanza chiara anche per i profani, ai quali però sorge ora – rispettosissimamente – un dilemma. Avevamo finalmente capito che l'origine dell'universo era da ritrovarsi nel Big Bang, anche se non si sapeva come questo si fosse prodotto e cosa ci fosse prima. Ora apprendiamo che il Big Bang di 13,7 miliardi di anni fa ebbe origine da uno sconvolgimento che riguardò un precedente universo, anche il quale, a sua volta, era nato da un altro Big Bang prodottosi in un precedente universo, e così via a ritroso. Il profano, sicuramente sbagliando, con la sua inguaribile presunzione ed ottusità è indotto quindi a pensare che la ricerca sull'origine dell'universo sia tornata al punto di partenza: esiste un “primo universo” ? Cosa c'era ancora prima ?
Mancando sicuramente di rispetto agli scienziati, un profano ottuso ed irriverente potrebbe dire che, dopo tante ricerche, essi hanno scoperto che la gallina è nata da un uovo, e dopo altri approfonditi studi hanno accertato, quasi con certezza, che l'uovo era nato da una gallina vissuta in precedenza, la quale a sua volta ...
Un profano meno irriverente potrebbe invece riflettere sul fatto che la scienza ha svolto egregiamente il suo compito, osservando e spiegando tutto quello che poteva osservare e spiegare, e che il risultato raggiunto è probabilmente vero e rappresenta un grande traguardo, ma che ora la scienza lascia il campo alla filosofia, più adatta a speculare su concetti come “eternità” e “sempre” - l'universo è sempre esistito, gli universi si succedono per l'eternità, dice Penrose - di quanto non lo sia la scienza, che può darci una verità scientifica “solo” intorno a cose che hanno un inizio ed una fine. La scienza ha fatto quel che doveva e poteva: ci ha spiegato come è nato “questo universo” e come finirà (con un altro Big Bang, al quale seguirà un altro universo), ma contemporaneamente, ed è un gran merito, introduce altre domande per le quali essa stessa - richiamando i concetti di “sempre” e di “eterno” - ci indica di rivolgerci ad altre competenze.

Sir Roger Penrose è nato a Colchester (Essex, Inghilterra) l'8.8.1931. Ha studiato all'University College School di Londra e al St. John's College di Cambridge. Nel 1967 si è laureato in fisica a Cambridge.
Dal 1973 insegna matematica ad Oxford.
Per i suoi studi sulla struttura dell'universo, nel 1988 ha ottenuto il premio Wolf.

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