martedì 20 marzo 2012

"Americani a Firenze - Sargent e gli impressionisti del nuovo mondo" - Mostra a Palazzo Strozzi - Firenze

La mostra aperta all'inizio di marzo 2012 a Palazzo Strozzi offre la piacevole occasione di fare conoscenza con una corrente pittorica poco conosciuta. Sono esposte opere di artisti d'oltre oceano che, tra la fine dell'ottocento e la prima guerra mondiale, trascorsero un periodo della loro vita a Firenze e in Toscana, attratti dalla possibilità di vivificare la propria sensibilità a contatto  con l'arte del passato, ma anche con quella contemporanea, e soprattutto con i paesaggi, i colori  e l'architettura che caratterizzano il territorio fiorentino.
L'esposizione prende l'avvio con alcuni autori italiani dell'epoca, per inquadrare il contesto storico-artistico nel quale gli ospiti si trovarono immersi. Si parte col "Dolce far niente sulle rive dell'Arno", opera luminosa di Gelati del 1869, per passare a Silvestro Lega (Villino Batelli a Piagentina, del 1863) e all'interessante "Mercato vecchio" di Telemaco Signorini, che ci riporta i tratti ed i colori (si potrebbe dire: anche gli odori) del vecchio ghetto prima del suo abbattimento per far posto all'attuale Piazza della Repubblica, il centro di Firenze "da secolare squallore a vita nuova restituito".  Arrivano infine gli americani, ed il primo è John Singer Sargent (peraltro nato a Firenze) con "Camera d'albergo" (1904) opera della quale colpisce la naturalezza della luce che inonda la stanza filtrando attraverso una verde persiana chiusa. Interessanti i disegni a matita che illustrano "An italian Pilgrimage" diario di viaggio (in bicicletta) di Joseph Pennell fra Toscana e Lazio. Non mancano le donne: notevole l'autoritratto di Cecilia Beaux, che fu la prima docente donna all'Accademia d'arte di Philadelphia. Proseguendo, torna John Singer Sargent con l'opera scelta come simbolo artistico della mostra,  "A Torre Galli", realizzato quando l'artista era ospite del marchese Farinola nella villa presso Scandicci. Seguono alcune nature morte nelle quali è evidente l'impronta impressionista (John La Farge, Julian Weir). Una sezione è dedicata alle immagini di Firenze e della Toscana e qui colpisce lo "Studio di Architetture" di J. S. Sargent (1910), capriccio scenico che raffigura il lato stretto, sull'Arno, del loggiato degli Uffizi che, però,  si affaccia direttamente sul giardino di Boboli saltando il fiume e l'oltrarno (allegoria del Corridoio Vasariano, che unisce Palazzo Vecchio, gli Uffizi e Boboli ?).
John Singer Sargent - "Studio di architetture" (1910) - Fine Arts Museums of San Francisco

 In alcune opere si scopre qualche richiamo botticelliano, come ne "In giardino" opera del 1906 di George De Forest Brush, che raffigura la moglie e le due figlie, che lo avevano seguito in Italia.  Proseguendo, si viene colpiti dalla violenta luminosità estiva di "Cortile Italiano" di Frank Duvenek e da "Le balze di Volterra" di Elihu Vedder  (che richiama Segantini).  Ci si avvia alla fine con Edmund Charles Tarbell "La stanza della colazione", interno con tratti di minuziosità fiamminga, ed infine con opere  realizzate in America dopo il soggiorno italiano e la relativa lezione: William Morris Hunt , "Pascolo nei pressi di uno stagno", opera per i ricchi e colti collezionisti d'arte bostoniani. Torna un italiano, il livornese Corcos, con l'accecante "Lettura sul mare" dalla terrazza della villa di famiglia a Castiglioncello (che fu poi  di Alberto Sordi) verso il mare e verso Vada che si scorge sulla costa . Due autentici gioielli prima di uscire: "Estate" di Frank Weston Benson (luminoso richiamo agli impressionisti  francesi) e, dello stesso autore , "Le sorelle".



Frank Weston Benson -  Le sorelle (1899) - Terra Foundation for American Art 

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