venerdì 7 settembre 2012

Pregiudizi e legittimità dell'opinione contraria

Nei vari dibattiti spesso risuonano i sani principi liberali che ammoniscono: “tieniti pure i tuoi ideali; io ho i miei e ho il diritto di vederli affermati; se non ti piacciono, nessuno ti obbliga a seguirli”, e “la mia libertà cessa (solo) dove inizia la tua”.
Principi benedetti, quando esauriscono i loro effetti sui soggetti che li reclamano. Vi sono però istanze nascenti dai convincimenti umani più profondi che, per la loro natura, connotano la società in un certo modo: in “quel certo modo”, quindi, la società finisce per esserlo per tutti, anche per coloro che vorrebbero abitarne una diversa.
Un esempio fra i tanti: la bioetica, in riguardo alla quale quei principi liberali, che rimangono validi, devono essere sviluppati in profondità. Se sono legittime le istanze di chi vuole manipolare la vita, lo sono altrettanto quelle di chi è atterrito da tale prospettiva. La società è la casa di tutti e tutti devono poterla sentire tale. La saggezza vorrebbe che ognuno riconoscesse e garantisse all’altro il diritto di vivere in una società anche per lui abitabile e che quindi – essendo la società in cui viviamo una sola e per tutti – accettasse una contaminazione tra i propri principi e quelli degli altri. Se tutti lo fanno, nessuno avrà il massimo, ma nessuno si sentirà in una casa che non è la sua. Altrimenti, le regole democratiche risolveranno la questione, e si rischierà di essere su una brutta china: l’integralismo – religioso o di altra natura – della maggioranza.
Ma non si opponga che una parte deve tacere “perché nessuno la obbliga a fare ciò che non condivide”. Va fuori tema chi ragiona così. Infatti anche quella parte ha il diritto di proporre, come l’altra, la società comune che tutti devono abitare. Nel dibattito delle idee sui grandi temi c’è un’arma che non è consentita: la negazione pregiudiziale di legittimità dell’opinione contraria, che tradisce la pigrizia mentale ed il timore del confronto nel merito.
(intervento dell'autore pubblicato su Italians - Corriere.it il 6 luglio 2012)

Nessun commento:

Posta un commento