domenica 21 ottobre 2012

Senescono, ma non se n'escono.


Tempi di elezioni. Un noto deputato non si ricandida, un altro ancor più noto ci sta pensando ed intanto, a sua insaputa, fioccano le firme perché resti. Poi, stillando veleno da ogni pelo dell'incanutito baffo, rimanda ogni decisione al momento in cui si saprà chi avrà vinto le primarie del suo partito: in un caso non si ricandiderà, nell'altro "darà battaglia". Un'altra deputata fa sapere di aver deciso di non ricandidarsi, e dopo qualche giorno viene nominata presidente di un museo. Invece sull'altro fronte, se c'è ancora, non se ne parla neppure di rinunciare ad una candidatura - anche perché da quella parte il candidarsi o meno per molti sarà ininfluente.
Il problema non pare essere l'età o da quante legislature si siede in parlamento. Anche questo ha il suo peso, naturalmente, perché è salutare che l'aria ogni tanto venga rinnovata. Ma se oggi avessimo ancora, vivi e vegeti, un De Gasperi, un Nenni, un La Malfa, un Vanoni, un Saragat, un Pertini, un Terracini,  ci si potrebbe anche sentire rassicurati dal loro perdurare ai vertici della politica. Furono uomini che risollevarono l'Italia dalle macerie: passione e capacità, ed i risultati si videro nell'arco di pochi anni. Invece questi parlamentari “vintage” di destra, di centro e di sinistra, dei quali si parla oggi, hanno trovato un'Italia ricostruita, ci hanno scorrazzato per venti o trent'anni (governo, regioni, province, comuni) ed i risultati anche in questo caso si vedono: l'hanno distrutta. Alla luce dello stato attuale del Paese, la loro esperienza - questa loro lunga esperienza - è veramente una dote sulla quale si può fare affidamento ? Quei signori fanno bene a ritirarsi a vita privata, ma non per la loro senescenza:  perché sono inadatti a governare. Lo hanno già ampiamente dimostrato esercitandosi per alcuni decenni. Vogliamo che continuino, non ci basta ancora ?

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