giovedì 11 luglio 2013

Lampedusa e oltre.

L'intervento inatteso di Papa Francesco a Lampedusa lunedì scorso ha fatto impressione e ha dato motivo a tanti commenti sul problema dell'accoglienza. Sul sito del Fatto Quotidiano sono apparse due posizioni  molto diverse, quella dell'ex senatore Furio Colombo e quella di Federico Marcon, esperto dei problemi di cooperazione e di sviluppo.
Furio Colombo prende spunto dalle parole del Papa per accusare di genocidio i governi di centrodestra ai quali imputa la terribile sorte delle morti in mare causate dalla mancata accoglienza, senza considerare che questa  non può furbescamente limitarsi a consentire gli sbarchi, un primo rifocillamento, qualche cura e poi...ognun per sé e Dio per tutti. Questa è l'accoglienza tipica di una certa sinistra (quella infatti praticata sotto i governi Prodi non meno che sotto quelli Berlusconi),  in una accezione - disumana e scandalosa - per la quale gli sbarchi dei clandestini sono solo una delle tante armi di propaganda da usare contro gli avversari politici. A questo peloso e furbesco "umanitarismo", di quel che accade a queste persone dopo "l'accoglienza" non gliene potrebbe importar di meno: si sa benissimo cosa accadrà  e quali saranno le ricadute per tutti,  ma non è questo ciò che interessa. 
Come dice invece, più seriamente, Marcon, l'unico approccio responsabile è quello di un coinvolgimento di quelli che un tempo si chiamavano i paesi ricchi (oggi dovremmo dire: meno poveri) così da alleggerire l'impatto su quelli, come l'Italia, che sono preferiti anche per la loro vicinanza alle zone di provenienza. E soprattutto l'accoglienza non è tale se non si manifesta nel "dopo". Loro sbarcano, vengono sfamati e curati. E dopo? L'accoglienza  è tale se si preoccupa di aiutare queste persone ad avere una vita degna, solo in questo modo essi non diverranno nostri nemici e non ci prenderanno a picconate quando saranno colti dalla disperazione che la nostra scandalosa furbizia coltiva in loro.  
Qui le parole della politica non servono, serve l'impegno vero e costante dei governi. Qui viene il difficile, ed infatti tutti, qui, svicolano. Come Furio Colombo, senatore per due legislature nelle quali di idee in proposito deve averne avute poche. Ma lo stipendio, quello tutto intero.

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